FANTASMI URBANI

INCHIESTA SUI CINEMA CHIUSI DI ROMA


Docufilm di Silvano Curcio, Silvia Sbordoni, Christian Ciampoli e 120 studenti-ghostbusters
Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma - MACINE





proiettato in anteprima durante
 

ROMA CITTÀ DEI CINEMA 
modelli, strumenti e regole per il recupero e la riqualificazione dei cinema chiusi 
ed il sostegno dei cinema aperti
nell'ambito del Festival del Film di Roma 

Mercoledì 13 novembre 2013 ore 9.30 - 13.30

MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4A, Roma






La recente esplosione delle occupazioni e dei tentativi di riqualificazione di cinema abbandonati ha risvegliato un rinnovato interesse verso il fenomeno delle sale cinematografiche chiuse o in chiusura. Se quelle già abbandonate rischiano di entrare a far parte di un repertorio di "fantasmi urbani", memoria storica di un fulgido passato, i cinema ancora aperti sono costretti a puntare verso il multisala e a riparare su una programmazione esclusivamente commerciale e mainstream. Scompaiono così i vecchi cinema monosala, presìdi sociali e culturali urbani e testimoni di quartieri e territori mutati negli anni. Queste sale dismesse rimangono tuttavia vittime di speculazione e profitto, acquistate da privati noncuranti delle esigenze e delle richieste della cittadinanza e dei residenti e destinate ad esser trasformate in hotel, casinò, parcheggi, boutique di lusso.


Visto che abitualmente le istituzioni quando patrocinano una operazione di critica sociale effettuata per tramite estetico puntano a depotenziarne il politico a favore dell’estetico cercando inoltre di demistificarne la carica iniziale direttamente rivendicativa con l’inserzione dei medesimi nel pantheon pubblicitario istituzionale ed essendo noi alieni a qualsiasi bisogno di spettacolarizzazione e/o inclusione nel pantheon suddetto e assolutamente determinati a far sì che questo tentativo di resa alla coscienza collettiva del degrado in cui versano le strutture destinabili ad un pubblico impiego di questa città non risulti essere l’ennesimo atto di falsa coscienza della gestione del pubblico patrimonio in questa nazione. Ci chiediamo quali siano i progetti reali per il recupero e il riutilizzo di questi spazi, e quale la tempistica di attuazione?